sabato 12 maggio 2012

Benvenuto del Libraio - I

Free Stock Photo - Preferred book© Photographer: Andrea Valle | Agency: Dreamstime.com

Parole di un sabato mattina bloccata in casa con un bimbo ammalato. È da una vita che avevo voglia di mettere questa cosa sul blog, poi i soliti problemi, tempo poco, fotocopie perse, vite incasinate. Alla fine riesco a condividerla con voi, anche a nome della Socia che ne gode quanto me. Condividere quanto ci piace tenere un corso di scrittura creativa in mezzo ai libri: ve lo ricordate, sì, che gli incontri di ParoleNelCassetto si tengono nella libreria Mondadori di Melegnano? Cioè, tu parli di romanzi, storie, trame, incipit, Personaggi, alzi la testa e cosa vedi? Libri, libri, libri. Che poi, ognuno vede i libri e pensa a una cosa sua perché ciascuno ha la sua idea, il suo rapporto e i suoi personali feticismi, con un libro. Io personalmente mentre parlo di scrittura con voi -e di lettura: avete notato quanto si parla di lettura in questo corso di scrittura?- quando alzo gli occhi penso "Ok, non sono l'unico matto al mondo. Ok, questa è una cosa proprio bella, no, anzi, è una grandissima figata!" Mi ci potrei perdere per ore su quello che provo alzando la testa e vedendo libri, ma non è il tema adesso. Diciamo che è bello e che se amate leggere e scrivere mi avete capita.

Poi c'è anche il fatto che abbiamo un padrone di casa coi Baffi, in tutti i sensi. Noi abbiamo il Libraio. Il Libraio non è il signore che sta alla cassa e vende fogli fogli cuciti insieme con sopra una copertina colorata, cartonata o meno. Quello è il venditore di libri. Non so se esiste una job description, come si dice pomposamente nelle aziende, per il Libraio, ma se ci fosse credo che includerebbe i Baffi. E il Benvenuto. Il nostro Libraio coi Baffi ogni volta ci legge qualcosa. Qualche volta non lo legge ma lo dice e basta, come ha fatto la prima volta, e sto ancora cercando di convincerlo a mettere quelle parole su carta così posso pubblicarle. La volta dopo ci ha letto questa cosa qui:

"Prima di pubblicare Soldati di Salamina avevo un pugno di lettori: mia moglie, alcune delle mie sorelle (ne ho molte) e qualche amico (ne ho molti). Come César Aira, allora potevo chiamare i miei lettori “la banda dei quattro”; ora non più. Questo, ovviamente, è meraviglioso, perché non c’è scrittore, per quanto maledetto o vanitoso, che non sogni in segreto di avere più lettori di quanti sia capace di immaginare, e sappiamo bene che bisogna andarci molto cauti con i sogni, perché c’è il rischio che si avverino. Inutile precisare che il primo a sorprendersi del fatto che il mio romanzo abbia più lettori di quanti ne potessi immaginare sia io stesso; o che il bello di avere tanti lettori sia che la storia che volevo raccontare continua a vivere, perché ogni volta che qualcuno apre un romanzo questo smette di essere un mucchio di pagine stampate per diventare nuovamente un romanzo, e risorgere a nuova vita.
Nuova vita, ho detto, e ho detto bene. Non solo perché leggendo lo stesso romanzo ogni lettore legge in un certo senso il romanzo che lui stesso crea, ma anche perché, ogni volta, ci sono lettori che possono riconoscere nella propria vita un romanzo simile a quello che hanno letto."

È di Javier Cercas in Tornare a casa (libretto piccolo e carino pubblicato da Il Sole 24 ore)

Insomma, i miei giovedì sera sono una grandissima figata, ci tenevo a dirvelo (a parte raccontarvi i benvenuti del nostro Libraio. A proposito, Libraio: grazie).