Da qualche giorno è possibile acquistare su Amazon.it l'antologia Parole d'amore, che raccoglie le cinque vincitrici del concorso omonimo indetto da Parole nel Cassetto!
Chiara Miraglia, Un amore fin sotto le costole
«È un dolore che sento qui, capisci?» Intanto si tasta piano l'addome col palmo della mano, senza fare troppa pressione. È un gesto che Marco gli ha visto compiere ormai infinite volte. «Tipo una pinza, dentro, che mi va fin sotto le costole.»
«Vedrai che mangiando un po' ti passa, vecchio. Vieni a sederti a tavola, ora.»
La dice un po' a tutti, questa cosa del dolore sotto le costole. Amici, parenti, vicini, passanti. Quello che invece non dice è che conta i propri respiri. Che osserva centimetro per centimetro la propria pelle, alla ricerca di chissà che cosa. Che l'ossessione per il battito del proprio cuore lo tiene sveglio intere notti, nonostante la cura certosina per le abitudini salutiste che ha maturato nel corso di un'intera vita.
Barbara Buoso, Sale malato
Non le parlo da due mesi e, quando lo faccio, le urlo dietro di tutto.
Come oggi. È tornata dall'ospedale con il suo flacone, si è messa a piangere facendomi l'elenco degli effetti collaterali annunciati dalla dottoressa e io sono riuscita a dirle, a testa bassa, che se la deve fare tanto lunga può anche evitare di farla, questa cura.
Nemmeno il coraggio di accompagnarla, ho trovato.
Poi sono andata via, imprecando.
Urlando.
Addirittura anche il colore della pelle può cambiare.
Ma non sono riuscita a piangere, anzi, la rabbia ha continuato a montarmi dentro.
La sto odiando: lei e la sua malattia. I suoi tentativi di farmi stare con lei, magari col ricatto. Capace solo di pensare a se stessa.
Non sono tornata a casa per lei, non torno - quasi ogni mercoledì - per lei, anche se è quello che crede.
Passo da casa, credo, solo per sentirmi meno in colpa.
Non torno per lei.
Ma non torno nemmeno per me.
Valeria Lipoma, Caro Diario
Silvia Vercelli, Sotto il segno dell'AmoreCaro Diario,
la vita fa schifo. Altrimenti perché me ne starei in un letto d’ospedale? Dovrei essere alla festa di Giuseppe con la mia mini di jeans e invece sono qui con una camicia di carta addosso e senza uno straccio di cellulare. «I telefoni devono restare spenti,» mi ha detto quell’arpia di un’infermiera. Vecchia acida!
Chissà se Stefy sbava per Gianlu… L’ho già detto che la vita fa schifo? Giuro che se quella scema ci prova con il mio amore ♥♥♥ le strappo quei mozziconi di sopracciglia che si ritrova!
E poi io questo bambino non lo conosco nemmeno! Vorrei proprio sapere cosa ci faccio qui. Mamma è troppo babbiona, come al solito. Prima lascia che papà se ne vada di casa senza fare una piega e poi mi obbliga a fare questa cosa per il suo nuovo figlio.
Io poi che c’entro? Devo essere punita perché abbiamo gli stessi geni? Uffa.
** * **
Sei di nuovo qui. Lo sai che devi fare, no? Devi farti forza, perché sei solo: quella maledetta di sua madre è tornata nel suo paese di merda.
Lui ti chiederà sempre della mamma, lo sai, vero? Che pena. Penserai poi a una nuova scusa.
Fatti forza. Metti su un bel sorriso ed entra. Se lo merita.
È così piccolo… ma non pensarci adesso. Lo farai dopo, quando si sarà assopito di nuovo. Ormai dorme sempre di più.
Speriamo che il trapianto funzioni… certo che funzionerà, coglione!
Ecco Marianna. Ma perché te ne sei andato di casa? E per quella là, poi.
Marianna sì che è una donna vera. Non ha battuto ciglio quando l’hai chiamata per il trapianto. Si può dire tutto di lei, tranne che non abbia un gran cuore.
«Sagittario: Giove non fa niente per niente. Se si è chiusa una porta nell’estate 2012, si aprirà un portone nel nuovo anno. Già dai primi mesi del 2013 toccherete il cielo con un dito. Non disdegnate le attenzioni di un Cancro insolitamente audace.»
L’euforico balzo in piedi di Viola all’inaspettata rivelazione di Paolo Fox per poco non mi fa cadere dal divano. Uff, mi ha risvegliato dal piacevole torpore in cui mi stavo crogiolando con la testa abbandonata sulle sue ginocchia.
Mentre appoggio le zampe a terra per stiracchiarmi, lei saltella verso il telefono: alta, snella, atletica. È proprio bellissima. E quando porta i capelli sciolti sulle spalle come oggi è adorabile. Ah, se solo fossi più alto e meno peloso…
Maria Paolini, Un giorno qualunque
Era da un po’ che Luca non tornava all’officina. Gli faceva troppo male vedere quella saracinesca abbassata e quella tabella dai contorni nitidi che recava la scritta “VENDESI”. Aveva passato quasi metà della sua vita tra i rottami delle macchine, con le mani impastate di grasso, era cresciuto con i rumori assordanti dei motori che lui guariva come se fossero corpi appestati. Arrivavano da lui mal ridotte, lo chiamavano “il mago di Oz”: sapeva fare prodigi con la chiave inglese e ne era fiero. Trascorreva gran parte delle giornate in quella che lui considerava la sua “seconda casa”, senza accorgersi del tempo che passava. Spesso rincasava a notte inoltrata, trascurando persino la sua famiglia, i suoi affetti. Ma, a volte, il destino ci riserva sorprese che non vorremmo mai ricevere.
Il verdetto era stato pronunciato con parole laconiche, che rimbombavano come martellate: «Mi spiace, il suo è un lavoro troppo faticoso, ha bisogno di riposo, altrimenti rischia un nuovo infarto.» È impossibile, ripeteva, il mio posto è lì, credo che ne morirò.
La copertina è stata realizzata per noi dalla bravissima Ilaria Vitali. Hanno collaborato alla realizzazione dell'antologia, oltre alla sottoscritta e a Serena De Matteis, anche Susanna Gianotti e Laura Michelacci, che ringraziamo ovviamente per il tempo, la pazienza e l'impegno.
Ancora complimenti alle vincitrici!
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