Scegliete un oggetto di uso comune (una caffettiera, una lampada, il muro, la sedia dove siete seduti, la vostra t-shirt) e poi:
- descrivetelo aggiungendo tutti i dettagli possibili, realizzando una descrizione anche di due o tre pagine (ma anche cinque se ci riuscite);
- descrivetelo usando uno solo dei cinque sensi, possibilmente quello sbagliato;
- descrivetelo come se doveste spiegare la sua funzione a un marziano;
- descrivetelo come se foste un marziano e non conosceste la sua funzione;
- descrivetelo come se fosse la cosa che amate di più al mondo;
- descrivetelo come se vi spaventasse a morte;
- descrivetelo senza usare mai il suo nome né sinonimi;
- descrivetelo come se doveste venderlo;
- descrivetevi come vi descriverebbe quell'oggetto.
Condividete qui i vostri risultati. Buon lavoro!
P.S. Questa settimana non perdetevi il nuovo appuntamento con la rubrica Tutti i gusti + 1!
Ci ho provato con la seconda opzione :) è proprio carino questo esercizio, spero che non sia un buco nell'acqua :)
RispondiEliminaCi passo sopra un dito, poggio anche il pollice e la superficie ruvida accarezza la mia mano, la fa avanzare lenta fra le cuciture, la accompagna con il solletico. La carezza è dura, quando incontro la plastica ed è fredda, quando raggiungo la fine e non c’è nient’altro che aria. Ci stringo sopra due dita, il cuoio è doppio, due strati cuciti uno sopra l’altro, così torno indietro e lo spazio si dilata.
Ci infilo dentro una mano, ed è fresco, liscio.
Passa una vecchia avvizzita, la gonna lunga e un foulard a coprirle la testa. Cambio marciapiede e me la stringo al petto e tutto sembra stirarsi. Incontro altre cuciture in un groviglio di fasce, e intrecci, e fasci, altri intrecci, disegni.
Poi chiudo le dita sui manici, tessuto spesso. Supero due isolati, il centro fa luce anche se è sera e gli sguardi la travolgono, poi finiscono su di me in un riflesso immediato. “Tutti saranno invidiosi di te, quando la vedranno” mi ha detto lui. Be’, devo abituarmi a credere ogni cosa che dice. E a dargli ragione.
Alzo il mento e cammino verso il bar dell’appuntamento.
«Oddio, che bella! » Sara me la prende dalle mani quasi senza guardarmi.
Eppure è solo una borsa.
Ok, io ci ho provato, ma non so cosa ne è venuto fuori.
RispondiEliminaHo scelto l'opzione "descrivetelo come se vi spaventasse a morte". Spero piaccia :)
Anche se i miei occhi sono puntati altrove, so che lei è lì, ferma.
Lo so perchè sento l'attrazione nei suoi confronti, la tentazione è fortissima, so che non resisterò ancora molto. La mia mente scalcia, sta cercando di fermarmi dall'agguantarla, tirando fuori una lista di buone ragioni per cui non dovrei farlo.
Sudo. Sudo freddo.
La paura mi attanaglia, il cuore pompa sangue ad una velocità estrema, mentre ogni mio neurone freme.
Non posso. Non devo.
Ogni volta che prendo in mano lei non so mai cosa accadrà, dove mi porterà; mi terrorizza perchè è in grado di farmi volare in terre lontane sondando le parti più oscure e profonde della mia anima.
Non riesco a controllarla e sembra quasi che si voglia prendere gioco di me, inducendomi ad amarla ed odiarla allo stesso tempo.
Ho paura.
Ho il fiato corto mentre mi arrendo e la acciuffo, impugnandola come se fosse l'arma più potente del mondo.
Perchè la è.
La mia penna.
Ma che brave! Forza, qualcun altro e poi ci ragioniamo su insieme!
RispondiEliminaCiao,ci provo, opzione n. 5, speriamo..:)
RispondiEliminaEccolo, abbandonato sul divano.
Mi aspetta ed io aspetto lui.
Quella che ci lega è una passione fortissima, dura da anni ma nonostante questo non perde d’intensità.
Ammetto che di tanto mi fa arrabbiare e provare profonde delusioni, la maggior parte delle volte però riesce ad accendere il mio interesse e la mia immaginazione.
Viaggiamo insieme, molte volte ho rischiato di perdere la fermata del treno o della metropolitana perchè ero talmente presa da non riuscire a staccargli gli occhi di dosso
Non posso a fare a meno di lui, ogni giorno devo dedicargli almeno dieci minuti, è come una droga.
E’ il mio rifugio, quando siamo insieme dimentico tutto e mi lascio trasportare; grazie a lui ho conosciuto luoghi, persone e storie che mi sono entrate nel cuore ed hanno segnato momenti importanti della mia vita.
Deve raccontarmi una nuova storia, vado, il mio libro mi aspetta.
Io vorrei farvi notare le atmosfere che siete riuscite a creare cambiando la prospettiva con cui si guarda un oggetto. La borsa di Ania è un oggetto fisico, tattile, tutto da toccare, mentre la penna di Eryca e il libro di Roberta sembrano due entità astratte, quasi spettrali, apparizioni che lasciano più un'impronta di sé che un'immagine di sé.
RispondiEliminaProvate le alternative, guardate cosa cambia.
Hai ragione, è stato molto divertente, oltre che un allenamento veramente utile!
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