giovedì 20 settembre 2012

La bomba sotto il tavolo

La teoria della bomba

Immaginate la scena.

Quattro uomini attorno a un tavolo da poker stanno giocando una fiacca partita. Ogni tanto qualcuno fuma, qualcun altro beve qualcosa, ma per il resto si limitano a giocare e ogni tanto a dire qualcosa. Passano dieci minuti, e la scena è tranquilla, persino un filo noiosa. Tutto d'un tratto, il tavolo da gioco esplode. 

Immaginate ora la stessa scena, ma con una leggera differenza. 

Quattro uomini attorno a un tavolo da poker stanno giocando una fiacca partita, ma il pubblico sa che sotto il tavolo c'è nascosta una bomba, perché ha visto qualcuno piazzarla lì poco prima dell'arrivo dei quattro uomini, e la telecamera è inclinata in modo tale da farci sbirciare il dispositivo che lampeggia silenzioso. Il pubblico sa che la bomba esploderà all'una in punto, e un orologio appeso al muro della stanza ci dice che mancano dieci minuti all'una. Nelle stesse condizioni, la stessa identica partita di poker che prima abbiamo svogliatamente seguito per dieci minuti diventa improvvisamente affascinante, perché il pubblico partecipa emotivamente alla scena. Abbiamo tutti, almeno una volta, gridato allo schermo qualcosa tipo, "No! Alzati da quel tavolo, maledizione! Perché te ne resti lì come un fesso a giocare a poker, c'è una bomba sotto il tavolo e sta per esplodere!", o anche "Non aprire quella porta! Non scendere quelle scale! C'è l'assassino, porca miseria, torna indietro!"

La "teoria della bomba" è presa in prestito da quel vecchio briccone di Alfred Hitchcock, che la illustra nell'intervista fattagli da François Truffaut. E cosa ci dice, in soldoni, questa bella analogia?




No, tranquilli, non c'è una bomba

Suspense e sorpresa

La suspense è l'atteso verificarsi di un determinato evento. La sorpresa è il verificarsi di un evento non atteso. La suspense crea ansia, la sorpresa stupore. Hitchcock ci fa un esempio di tipo cinematografico, quindi con una gestione dei tempi inevitabilmente diversa da quella di un libro; tuttavia è sicuramente vero che il sentimento dell'ansia dura di più di quello della sorpresa, e che quindi bisogna gestire bene i tempi per riuscire a montare una scena efficace.

Consapevolezza

Il cuore della differenza tra suspense e sorpresa, nel caso non si fosse capito, sembra essere il grado di consapevolezza, sia del lettore sia del personaggio. E visto che ci sono diversi gradi di consapevolezza, ci saranno anche diversi gradi di suspense e di sorpresa. Possiamo rappresentare quindi il grado di consapevolezza in questo modo:
C0 ____________________ C1
dove C0 corrisponde a "Consapevolezza 0", cioè al non sapere niente, mentre C1 corrisponde a "Consapevolezza 1", cioè sapere tutto.

Quando sia il lettore sia il protagonista sono a C0, cioè entrambi non sanno niente, abbiamo la sorpresa pura. Un esempio è quello dato dalla bomba sotto il tavolo. I giocatori al tavolo ovviamente non sanno che sotto di loro si trova la bomba, sennò non se ne starebbero lì a giocare bel belli con la consapevolezza di stare per morire di lì a dieci minuti; ma neanche il lettore sa che sotto il tavolo si trova la bomba! Quando la bomba esplode, è una sorpresa per tutti (anche se sicuramente poco gradita per i poveracci seduti al tavolo).

Quando il lettore è a C1 mentre il protagonista è a C0, cioè il lettore sa tutto di una determinata situazione mentre il protagonista non ne sa niente, abbiamo la suspense pura. Il lettore ha visto che un anarchico piazzava la bomba sotto il tavolo dei giocatori e che metteva il timer in modo da farla esplodere all'una in punto. I giocatori al tavolo si siedono e cominciano a giocare, senza sapere niente. Il lettore sa che c'è una bomba, e che la bomba esploderà di lì a poco, ma il protagonista se ne sta lì seduto a giocare a carte. Che ansia!

Rivelazione e necessità

Ma attenzione. Abbiamo anche altre due combinazioni estreme possibili.

Che cosa succede infatti quando è il protagonista a sapere tutto di una determinata situazione, mentre è il lettore a esserne all'oscuro? Cioè, cosa succede quando il protagonista è a C1 mentre il lettore a C0? Abbiamo una rivelazione. Stessa scena, i soliti quattro giocatori al tavolo. Il nostro protagonista a un certo punto si alza e punta la pistola alla testa di un altro: «Lo so che hai fatto mettere una bomba sotto il tavolo,» dice. Il protagonista quindi sapeva della bomba, mentre il lettore non solo non sapeva della bomba, ma non sapeva nemmeno che il protagonista lo aveva scoperto!

Se lettore e protagonista invece sono entrambi nel pieno della consapevolezza, cioè sono entrambi a un livello C1, abbiamo una situazione di necessità. Il protagonista e il lettore sanno che c'è una bomba sotto il tavolo, ma il protagonista non può alzarsi; al tavolo con lui, infatti, sta giocando anche Adolf Hitler, e se il protagonista si alzasse gli altri giocatori si insospettirebbero. Se il protagonista vuole che Hitler muoia nell'attentato, deve stare seduto al tavolo fino alla fine.


Confini invisibili

Come vedete, i confini tra rivelazione, necessità, suspense e sorpresa non sono così definiti come sembra

La situazione di necessità, con il nostro protagonista seduto al tavolo e Hitler che gioca vicino a lui, potrebbe essere una scena di suspense, nel momento in cui il punto cruciale della scena consiste nel pericolo che gli altri ufficiali al tavolo scoprano la bomba sotto il tavolo, o che comunque si alzino prima del tempo.

Mettiamo il caso che il protagonista scopra che la bomba si trova sotto il tavolo, ma lo scopre quando ormai mancano due minuti e una manciata di secondi alla detonazione. Non ha il tempo di scappare, può solo provare a disinnescarla. Anche qui, a una scena di sorpresa pura (né il lettore né il protagonista sapevano della bomba, lo scoprono tutt'e due all'improvviso), segue una scena di suspense dove sia il lettore che il protagonista hanno a disposizione lo stesso numero di informazioni (c'è una bomba e bisogna disinnescarla), ma nessuno dei due sa quale sarà l'esito del tentativo di disinnesco. Perché quindi parliamo di suspense? Perché ci troviamo di fronte all'attesa di un determinato evento. Il lettore sa cosa aspettarsi e non importa che il protagonista abbia lo stesso grado di consapevolezza, si tratta comunque di suspense.


Possiamo parlare di suspense anche quando il lettore non sa bene cosa aspettarsi, ma sa di doversi aspettare qualcosa. Credo che tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo visto un film horror ambientato in una casa infestata; nel primo quarto d'ora di film, lo spettatore ancora non conosce l'entità del pericolo che si annida nella casa, ma sa che bisogna aspettarsi qualcosa, e presumibilmente qualcosa di brutto. Quando il protagonista scende le scale armato di torcia per andare in cantina, perché "ha sentito uno strano rumore", il lettore sa che lì sotto c'è qualcosa che lo aspetta. Non sa che cosa (un vampiro?, un fantasma?, la morte certa?), ma sa che non è solo lo scaldabagno che fa i capricci. Perché se lo aspetta? Un po' perché sa di aver affittato un film horror, perciò il gran conflitto del film non può certo essere un'infestazione di scarafaggi, e un po' perché, se il regista è bravo, intorno alla scena si costruisce un clima di tensione: colonna sonora inquietante (o magari assenza di colonna sonora, con i rumori in sottofondo amplificati), scricchiolii sinistri, e una certa patina di terrore che pervade la scena, anche se in teoria i gesti del personaggio sono banali come quello di tentare di accendere la luce o illuminare le cose con il fascio della torcia.


Non solo thriller e horror

Gli esempi che vi ho proposto sembrano essere tutti legati a generi "adrenalinici", che hanno sempre e comunque a che fare con l'azione e la paura. Il motivo per cui ho scelto esempi del genere è ovviamente la sfacciataggine con cui vengono applicati i concetti di suspense e di sorpresa. I generi Azione, Thriller e Horror offrono esempi molto più lampanti, dove l'utilizzo di certe tecniche è molto chiaro (è come guardare un giocattolo meccanico con involucro trasparente). In realtà, la suspense e la sorpresa possono essere applicate anche ad altri generi che con l'azione non hanno niente a che fare.

Facciamo finta, ad esempio, che dobbiate scrivere una commedia romantica degli equivoci. Una ragazza simpatica ma un po' imbranata fa la cameriera in un ristorante, ma il suo sogno è quello di cucinare. Grazie a un malinteso, si fa passare per lo chef e si innamora, ricambiata, di un affascinante critico gastronomico, che però ovviamente la crede chef, visto che è così che si è presentata. Ci saranno scene in cui la protagonista rischia di venire scoperta, e il lettore, che sa di questo rischio, rimane in tensione per tutta la durata della scena (suspense). Oppure la protagonista organizza feste di compleanno per bambini, e un bel giorno si incontra e si scontra con un bel tomo per il quale ovviamente perde la testa e con cui ha una storiella; quando si presenta però all'ennesima festa di compleanno dove lei fa l'organizzatrice, scopre che lui è il padre della festeggiata (sorpresa). 

Il concetto di necessità, in questo caso, è un po' più sottile. Abbiamo la necessità, ad esempio, in una scena conclusiva come quella del matrimonio tra i due protagonisti. Il lettore sa che diranno di sì - il libro è finito, i giochi sono fatti - e i personaggi sanno a che cosa stanno andando incontro, eppure nel lettore c'è comunque una risposta emotiva. Lo stesso caso lo possiamo avere in un "unhappy ending": la protagonista ha combattuto contro il cancro per tutto il libro, ma alla fine la malattia ha avuto la meglio e il personaggio sa di avere ancora poco da vivere; il personaggio e il lettore sanno che si sta avvicinando il momento della morte, non c'è ansia né sorpresa in questa attesa, eppure il lettore ha comunque una risposta emotiva. Perché abbiamo una risposta emotiva? Perché se il libro è stato costruito bene, se il personaggio è ben caratterizzato, se il lettore lo ha accompagnato fino a questo momento con partecipazione e intensità, il momento della necessità sarà il culmine di un viaggio meraviglioso intrapreso insieme. La morte del protagonista ci commuoverà, il suo matrimonio ci renderà felici, la nascita del suo bambino ci intenerirà, la sua crescita interiore ci renderà orgogliosi, e via discorrendo.




Come costruire una buona scena di suspense?

- Le descrizioni. Parafrasando Alfred Hitchcock, la narrativa è la vita, ma con le parti noiose tagliate. Una buona scena di suspense deve essere davvero ansiogena, e noi dobbiamo mostrare tutta quest'ansia, in un modo o nell'altro. E uno di questi modi è la buona descrizione. L'occhio per i dettagli, specialmente se particolari o oscuri, può dare un enorme contributo di drammatico a una determinata scena. Leggiamo ad esempio questo brano tratto da Non è un paese per vecchi, di Cormac McCarthy. A questo punto della storia, sappiamo che Anton Chigurh è un personaggio pericoloso. Lo abbiamo già visto uccidere, e uccidere male. McCarthy riesce comunque a costruire una scena di tensione basata tutta sul ritmo dei dialoghi e sui dettagli. Siamo portati a temere per la vita del vecchio proprietario della pompa di benzina, nonostante non ci siano armi in giro né accenni di violenza, ma c'è qualcosa di violento nel modo di porsi di personaggio. La calma flemmatica, gli occhi "scintillanti e al tempo stesso completamente opachi, come pietre bagnate", la monetina, le noccioline. Dettagli che, presi singolarmente, non costruiscono una scena di violenza ma che in questo contesto riescono a farci temere per la vita di un uomo. 

- Il punto di vista. Montare una buona scena di tensione significa scegliere sapientemente il punto di vista. Per chi o per cosa vogliamo che il lettore stia in ansia? Leggiamo ad esempio il racconto breve di J.D. Salinger, Un giorno ideale per i pesci banana. Nella breve scena che vede come protagonisti quello che sappiamo essere Seymour e la piccola Sybil, siamo portati a temere per la vita della bambina. Seymour finora non ha ha fatto nulla di violento, e del suo passato sappiamo poco e niente (sarà la madre di Muriel a esagerare, o Seymour è davvero fuori come un balcone?), ma c'è un alone di pericolo e il fantasma della pedofilia che aleggia sulla scena; quando la bambina corre via, sana e salva, tiriamo tutti un sospiro di sollievo. Sarebbe stata la stessa cosa se la scena fosse stata scritta dal punto di vista di Seymour? Sarebbe stata la stessa cosa se avessimo avuto la possibilità di percepire i suoi pensieri e le sue intenzioni? Sarebbe stata comunque una scena di tensione?

- L'ambientazione. Un'ambientazione suggestiva può aiutare a creare una scena di tensione. Dei "metodi" di cui abbiamo parlato finora, questo è senz'altro il sentiero più facile da battere. Ma attenzione ai cliché. 





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Il cinema secondo Hitchcock, di François Truffaut, su Libreriauniversitaria.it
Articolo di Daniele Bonfanti su LaTelaNera
Non è un paese per vecchi, di Cormac McCarthy, su IBS
Nove racconti, di J.D. Salinger, su IBS

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